scritto da: dott.ssa Giovanna Garbellotto, psicologa psicoterapeuta. Padova
Negli ultimi decenni, il fenomeno del Binge Drinking si sta affermando in maniera crescente, soprattutto tra i giovani, in tutta l’Europa, ed ora anche in Italia. La cronaca quotidiana ci riporta notizie allarmanti sui nuovi comportamenti di abuso alcolico.
Ma che cosa si intende con il termine Binge Drinking?
Il concetto in esame è molto ambiguo e di difficile definizione; cerchiamo di comprenderne le diverse sfaccettature. Un buon punto di partenza è la traduzione della locuzione inglese data dall’Oxford English Dictionary (1989): “a heavy drinking bout”, traducibile come “una pesante sbornia” con riferimento al termine dialettale “binge” traducibile con “inzuppato”, come in italiano “fradicio” ad esempio “ubriaco fradicio”.
Tendenzialmente ci sono due principali accezioni in riferimento al concetto. La prima è quella riportata dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), nel “Lexicon of alcohol and drug terms” (1994) definisce il Binge Drinking: “Un modello di bere eccessivo premeditato che si verifica in un periodo prolungato. Nelle indagini sulla popolazione, il periodo è di solito definito come più di un giorno di bevute alla volta. I termini “sbornia” e “bevuta” sono utilizzati anche per indicare l’azione, e quest’ultimo indica anche l’occasione. Un bevitore binge o bevitore smodato è uno che beve prevalentemente in questo modo spesso intervallato da periodi di astinenza.”
Nella seconda accezione, si è iniziato ad utilizzare il termine per indicare l’assunzione di elevate quantità di bevande alcoliche in un’unica occasione portando quindi ad alcolemia (elevata concentrazione di alcol nel sangue).
Sono stati condotti degli studi nei college americani su tale fenomeno (Wechsler et al. 1994) e hanno individuato delle conseguenze sociali e di salute come perdita dei sensi e postumi della sbornia, compromissione del rendimento scolastico e assenze, rapporti sessuali non protetti e non desiderati, aggressioni, risse, stupri, problemi con le forze dell’ordine, guida in stato di ebrezza o passaggio auto/moto con qualcuno che ha bevuto, suicidi o cadute accidentali. Wechsler per rendere oggettivabile il concetto lo quantifica nelle sue ricerche come consumo di 5 bevande alcoliche per i maschi e 4 per le femmine in una singola occasione. In Italia, l’enciclopedia Treccani definisce il binge drinking come “l’ubriacarsi fino allo stordimento in occasione di feste di fine settimana o singole serate trascorse in locali, insieme ad altre persone”.
Una ricerca condotta da Eclectica, Istituto di Formazione e ricerca di Torino con il contributo dell’Osservatorio Permanente sui Giovani e Alcol nel 2013, ha “esplorato” i significati e le modalità di consumo tra i giovani italiani.
Non è facile stilare un profilo definito del binge drinker, anzi, poiché il termine stesso di “abbuffata alcolica” non definisce completamente il fenomeno, non si può delineare con certezza chi ne faccia parte. Si può assumere che gli episodi di Binge drinking siano contraddistinti innanzitutto da un eccessivo consumo di alcol, che tale assunzione sia in un breve arco di tempo, che avvenga in compagnia e in eventi particolari e che comporti il bere fino ad ubriacarsi o sentirsi male. Dalla ricerca effettuata emerge che i giovani identificano il binge drinking come una condotta che non conduca allo stato di ubriachezza ma all’essere “brilli”, sottolineando così come per i giovani l’ubriachezza sia considerata uno stato negativo, giudicato severamente, mentre al contrario, l’euforia collegata all’assunzione delle bevanda alcoliche goda di una connotazione positiva.
Tale fenomeno non è esclusivamente legato alle situazioni sociali, i locali con l’”happy hour”, pub, discoteche, ma anche piazze, parchi e luoghi aperti ove i giovani si ritrovino e condividano l’alcol e la “movida”.
Quali sono le motivazioni che spingono i ragazzi a bere?
Dalla ricerca condotta emerge che generalmente i ragazzi bevano e si ubriachino più frequentemente in situazioni di piacevolezza piuttosto che per anestetizzare situazioni di sofferenza. Una parte dei giovani però indica anche delle ragioni collegate a malessere interiore, come spinte a bere. L’euforia alcolica costituisce per questi ragazzi un mezzo per affrontare delle problematiche personali e per rispondere alle attese sociali. Per questi ragazzi l’alcol diventa la mezzo migliore tramite cui interfacciarsi a preoccupazioni, sciogliere i freni inibitori e la timidezza, mettendosi in gioco nelle esperienze di divertimento e della disinibizione.
Quali sono i rischi per la salute e il benessere dell’individuo?
La cosiddetta abbuffata alcolica è considerata molto pericolosa sia per l’eccessiva assunzione di alcol sia per la modalità. Bisogna considerare che le ripetute assunzioni possono avere carattere occasionale, e purtroppo possono trasformarsi in comportamento frequente, fino ad evolvere in una patologia fisica e psichica come la dipendenza da alcol a carattere cronico, con l’eventuale verificarsi dei sintomi astinenziali. Tra i vari sintomi si possono annoverare depressione, disturbi del sonno, disturbi sessuali, irritabilità, problemi di performance cognitive, come problemi di concentrazione, apprendimento e memoria (sia a lungo, che a breve termine), con pericolosi cali dell’attenzione e vuoti mnemonici in qualsiasi tipo di attività scolastiche o lavorative, complesse e semplici, quotidiane o puntiformi che siano.
Le esperienze di binge drinking portano a problematiche della sfera interpersonale, lavorativa, familiare ed affettiva. L’individuo infatti ha quasi sempre difficoltà a gestirsi dato lo stato di alterazione in cui si trova dopo un abbuffata alcolica. Inoltre si possono presentare delle problematiche di salute a lungo termine come problemi e danni al sistema cardiaco, neurologico, gastrointestinale, ematico, immunitario, muscolo-scheletrico, a livello fetale nelle donne in gravidanza, nell’attività circadiana, disequilibrio ormonale e alterazioni a livello mentale con la riduzione della capacità di attenzione, concentrazione, e possibile stato confusionale.
Per concludere, il binge drinking è considerato una delle insidie maggiori circa la salute dei giovani al giorno d’oggi; soprattutto per gli adolescenti è bene predisporre degli interventi educativi preventivi, creando delle alternative a tale fenomeno. Uno dato preoccupate infatti è la percentuale dei bevitori giovani in Italia: dalla relazione del Ministero della Salute emerge che nel 2012 i binge drinkers rappresentano complessivamente il 6,9% della popolazione di 11 anni e più ma tra i giovani maschi di 18-24 anni il fenomeno interessa ben il 20,1%. I giovani sono prematuramente iniziati al consumo di alcolici, con dirette ricadute sulla salute, sull’economia e sul lavoro, rispetto all’età consentita sia dal punto di vista legislativo che della “maturità” psico-fisiologica della persona.
dott.ssa Giovanna Garbellotto Padova tel 3404205116
Bibliografia:
Beccaria F., Rolando S., Petrilli E. (2013.) “Binge drinking”: significati e pratiche di consumo tra i giovani italiani. Uno studio esplorativo. Eclectica, Istituto di formazione e ricerca, Torino.
Ministero della Salute (2013). Relazione del ministro della salute al parlamento sugli interventi realizzati ai sensi della legge 30.3.2001 n. 125 “legge quadro in materia di alcol e problemi alcol correlati”
OMS (1994), Lexicon of alcohol and drug terms. Ginevra: World Health Organization (http://www.who.int/substance_abuse/terminology/who_ladt/en/index.html)
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