La salute biopsicosociale e le leggi che la regolano. dott Roberto Benini

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E’ soprattutto in questo periodo storico che parlare di salute si rivela un
compito non semplice e che da adito a diverse interpretazioni. Molte persone,
infatti, ritengono che la salute corrisponda al possedere un corpo sinuoso o
muscoloso, altri all’assenza di sintomi, altri ancora al praticare particolari
diete e all’assumere farmaci in forma preventiva.
Per quanto riguarda il mio percorso di ricerca, sviluppatosi principalmente in
questo ultimo decennio (potrei dire partendo dal 2006 con la pubblicazione
del saggio “Angosce e paure”), che ha iniziato a prendere forma la mia teoria
psicologica sulla mente, come essa si ammala e le conseguenze che le sue
sofferenze hanno sul funzionamento mentale, sulla personalità e sul corpo e
cioè sulla salute in generale. I concetti cardine su cui poggia il mio pensiero
psicologico, esposti abbondantemente e forse anche in modo ridondante nei
saggi pubblicati dopo il 2006, si riferiscono alla definizione di salute
biopsicosociale, alle leggi che ne regolano gli equilibri, ai bisogni come motori
del comportamento umano, alla mente vista nelle sue diverse forme
(biologica, psicologica e sociale) e, soprattutto, alla paura (patologica)
ritenuta la causa primaria di molte malattie mentali e organiche. Di certo i
bisogni, per la psicologia delle relazioni biopsicosociali, rivestono un ruolo
fondamentale nel determinare la salute e la malattia ed è partendo dallo
studio dei bisogni che potremo iniziare a far luce sul complesso concetto di
benessere psico-fisico.
I bisogni umani
L’obiettivo principale dell’essere umano, dal momento della nascita e fin
quando non morirà, è quello di riuscire a dare risposta ai propri bisogni,
anche perché spesse volte la morte arriva proprio in conseguenza
dell’incapacità o dell’impossibilità di soddisfare specifici bisogni biologici. I
bisogni, perciò, possono essere considerati i veri regolatori adattivi ed è solo
facendosi guidare dalla loro voce che l’individuo è in grado di comprendere
quali sono le sue priorità esistenziali. Essi si suddividono in bisogni di
autoconservazione, bisogni di autodeterminazione/conoscenza di sé, bisogni
di socializzazione e bisogni di autorealizzazione.
I bisogni di autoconservazione si presentano come le principali urgenze
esistenziali. Si suddividono in bisogni di sicurezza fisica e in bisogni di
sicurezza ambientale.
I primi riguardano il mantenimento, il funzionamento e la cura del corpo e si
esprimono nella capacità di rispondere ai bisogni biologici (mangiare, bere,
dormire e termoregolarsi), di manutenzione, pulizia del corpo, protezione
dalle malattie che lo affliggono e cura delle stesse.
I secondi corrispondono alle urgenze umane di costruire un ambiente di vita
protetto e conosciuto e di mantenere la testa “sgombra” da pericolosi
intasamenti.
Dopo aver provveduto ai bisogni di autoconservazione, l’uomo può orientare
le sue energie verso la soddisfazione degli altrettanto fondamentali bisogni di
autodeterminazione/conoscenza di sé. Rispondendo a questi bisogni
l’individuo è in grado di creare una profonda, reale e affettiva relazione con se
stesso (bisogni di individuazione) e può approvvigionarsi dell’indispensabile
benzina affettiva che gli consente di dirigersi alla conquista delle personali
autonomie fisiche, psicologiche e sociali (bisogni di autonomia-dipendenza).
Egli struttura un’identità stabile e chiara, necessaria per affrontare i momenti
di solitudine e quelli in “compagnia”, per lasciare la famiglia d’origine e
muoversi nel mondo senza mai rischiare di “perdersi” o di cadere in
dipendenze patologiche e mortifere. Tutte le sofferenze che vanno a colpire il
narcisismo, l’autostima e il sentimento di fiducia personale o che alterano
gravemente la reale rappresentazione di sé (falso sé) tolgono all’individuo le
risorse psichiche per soddisfare questi bisogni.
Infine, con i bisogni di socializzazione l’uomo acquisisce la capacità
psicologica e la libertà comportamentale necessarie per sperimentarsi e
vivere in modo responsabile, maturo ed elastico i differenti ruoli familiari,
come quelli di figlio, fratello, marito, padre e i molteplici ruoli sociali come, per
esempio, quelli di amicizia, di collaborazione professionale, di condivisione
politica e religiosa (bisogni di accettazione e riconoscimento dell’altro e
bisogni di condivisione e partecipazione sociale). Egli potrà costruire e
dirigere l’esistenza pienamente e soggettivamente perché sarà in grado di
farsi guidare dalle proprie emozioni e dai propri pensieri e valori nel rispetto di
se stesso e degli altri (bisogni di autorealizzazione).
E’ chiaro perciò che per “coltivare” la salute è necessario educare le persone
a riconoscere i propri bisogni e a lottare per soddisfarli.
La salute biopsicosociale
Dopo questo preambolo direi che emerge in modo evidente che per la
psicologia biopsicosociale un individuo in salute non è colui che non presenta
sintomi organici, psicologici o sociali, ma è quello che, riconoscendo i propri
bisogni, è in grado di adattarsi alle diverse situazioni esistenziali. Ciò significa
che non è la malattia in sé a rendere l’individuo malato, ma l’incapacità di
riconoscerla, di accettarla e di costruire nuovi equilibri adattivi per affrontarla.
Un individuo in salute, perciò, è chi è in grado di vivere tutti i momenti
dell’esistenza, anche i più dolorosi e drammatici (tra i quali la malattia), come
naturali fasi della vita. Esso non scappa davanti alle richieste esistenziali e,
per far questo, utilizza tutte le risorse mentali e organiche a sua disposizione
a prescindere dal fatto che esse siano legate a stati di benessere o di
patologia, a momenti di cambiamento e di perdita, a tappe di crescita o al
declino della vecchiaia.
Tutto ciò si può realizzare, come già sottolineato, seguendo la voce dei
bisogni ma, cosa altrettanto importante, attenendosi al rispetto delle tre
fondamentali leggi biopsicosociali: la legge dell’equilibrio, la legge della
comunicazione e la legge del sintomo insindacabile.
La legge dell’equilibrio
Per sopravvivere e vivere l’essere umano deve impegnarsi a mantenere o a
ripristinare, attraverso un continuo processo di omeostasi organica e mentale,
i propri equilibri organici, psicologici e sociali. Un cambiamento esterno, come
per esempio la diminuzione della temperatura, attiva nell’organismo un
insieme di reazioni (cambiamento interno) utili per rimettere in equilibrio i due
ambienti; la sensazione di sete (cambiamento interno) spinge l’individuo alla
ricerca dell’acqua (cambiamento esterno); la fine di una relazione
sentimentale (cambiamento esterno) genera una risposta emotiva di lutto
(cambiamento interno); la stanchezza fisica (cambiamento interno) porta il
desiderio di coricarsi e riposare (cambiamento esterno). Questi semplici
esempi non hanno altro obiettivo che quello di mostrare come l’esistenza
degli esseri umani si sviluppi in una continua lotta per mantenere o per
ricostruire gli equilibri che si rompono o si modificano a causa degli
avvenimenti esistenziali e del susseguirsi delle fasi della vita. Ciò che è
fondamentale, quindi, è individuare cosa avviene nella mente e nel corpo
quando si rompe un equilibrio e quali comportamenti attivare per affrontare la
situazione in modo adattivamente corretto.
Riprendendo l’analisi dei bisogni all’interno della legge dell’equilibrio emerge
con chiarezza che ogniqualvolta un bisogno venisse a trovarsi in una
condizione di inappagamento o di pericolo è solo soddisfacendone le
richieste che l’individuo potrebbe recuperare o ricreare una situazione,
mentale e/o organica d’equilibrio.
La legge della comunicazione
Non è pensabile che i bisogni possano essere percepiti correttamente e che
l’individuo sia in grado di costruire e ricostruire i propri equilibri senza aver
sviluppato le competenze mentali per attenersi alla legge della
comunicazione. Per preservare la salute nel rispetto della seconda legge
biopsicosociale l’essere umano deve impegnarsi a mantenere attive e chiare
le comunicazioni fra il proprio ambiente interno e l’ambiente esterno al fine di
consentire un continuo scambio fra i due diversi territori e raggiungere, di
conseguenza, il livello più elevato di mediazione fra le richieste (bisogni)
provenienti dal mondo interno e quelle inviate dal mondo esterno.
Il primo ostacolo che si pone alla realizzazione di una completa e libera
comunicazione è che i segnali provenienti dal mondo interno non si
presentano semplici da decodificare perché la mente umana, per la
psicologia biopsicosociale, è costruita su tre differenti livelli (mente biologica,
mente psicologica e mente sociale), ognuno dei quali esprime bisogni
specifici e ha competenze diverse. Non è possibile, perciò, strutturare una
comunicazione interiore fluida e realistica senza aver raggiunto una profonda
accettazione dei bisogni di ogni mente (e dei messaggi che esse inviano) e la
maturità di rispondere al bisogno più urgente accettando di frustrare le
richieste delle altre.
E’ naturale che se non si possiedono queste autonomie comunicative interne
non si potrà mai costruire veramente una relazione di scambio con il mondo
esterno perché l’individuo non sarà in grado di riconoscere i propri bisogni o
di segnalarli in modo corretto e, di conseguenza, non riuscirà a decifrare o a
comprendere correttamente i messaggi provenienti dagli altri e dall’ambiente
circostante. E’ questo il momento in cui si presenta il sintomo aprendo così la
porta alla terza legge, la legge del sintomo insindacabile.
La legge del sintomo insindacabile
In genere si assiste alla comparsa di uno o più sintomi (biologici, psicologici e
sociali) quando l’individuo viene a trovarsi nell’incapacità o nell’impossibilità di
attenersi alle leggi dell’equilibrio e della comunicazione a causa della
diseducazione al loro rispetto, oppure per carenza delle risorse mentali e
organiche necessarie per rispondere alle loro richieste, o anche perché gli
eventi incontrati durante l’esistenza si rivelano superiori alle sue forze. Il
sintomo ha una funzione fondamentale nella lotta per l’adattamento e per la
salute biopsicosociale perché informa il soggetto, in modo inequivocabile, che
le comunicazioni interne sono poco chiare o interrotte e gli equilibri, almeno
momentaneamente, irrimediabilmente compromessi. Il sintomo ha una tale
importanza nell’economia organica, mentale e sociale dell’essere umano che
la psicologia delle relazioni biopsicosociali lo ritiene “insindacabile”. Ciò
significa che, quando il sintomo fa la sua comparsa, tutte le risorse a
disposizione dell’individuo devono essere utilizzate per decodificare il
messaggio che esso recapita. La presenza del sintomo sancisce che per il
soggetto è iniziato il tempo della malattia.
Anche in questo caso deve essere chiaro che non è la malattia ad attaccare
la salute biopsicosociale ma l’incapacità dell’individuo di riconoscerla,
accettarla e affrontarla.
In conclusione, in salute non è colui che si dichiara tale, né tanto meno una
persona che ignora le proprie caratteristiche di personalità e le proprie
sofferenze psicologiche, bensì un individuo che accetta di confrontarsi con i
propri bisogni, che si concede di esprimere, nel rispetto degli altri e di se
stesso, la propria personalità e che lotta per costruire un’identità soggettiva e
matura accettando che le altre persone possano esprimere la medesima
libertà.
Roberto Benini, psicologo e psicoterapeuta, è socio della cooperativa
CSAPSA di Bologna e docente preso la scuola di specializzazione in
psicoterapie brevi CISSPAT di Padova. Ha fondato nel 2016 la psicologia
delle relazioni biopsicosociali.
Bibliografia:
R. Benini, La salute e la malattia biopsicosociali e l’origine delle malattie
psicogene. La psicologia biopsicosociale – 4, Pendragon, Bologna 2014

Vi segnaliamo le sue pubblicazioni:

– “LA TEORIA DEI BISOGNI DELLA PSICHE” – Ed. Alberti & C. Editori – Ottobre 2000 (saggio)
– “LA SOLITUDINE DEL SENTIRE” – Racconti – Ed. Alberti & C. Editori – Ottobre 2000 (narrativa)
– “LA PSICOTERAPIA IN AMBIENTE” – Ed. Alberti & C. Editori – Aprile 2001 (saggio)
– “DIARI DI UOMINI NELLA FOLLIA” – Racconti – Ed. Alberti & C. Editori – Novembre 2001 (narrativa)
– “PERSONALITA’ E PERSONE” – Ed. Alberti & C. Editori – Novembre 2002 (saggio)
– “L’IDENTITA’: PERSONALITA’, IMMAGINE E GIUDICE INTERNO” – Ed. Alberti & C. Editori – Novembre 2003 (saggio)
– “ANGOSCE e PAURE” – Edizioni Pedragon
– “EMOZIONI e LUTTO” – Edizioni Pedragon
– “LA MENTE MALATA” – Edizioni Pedragon

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